25 Şubat 2009 Çarşamba

Schede dei film: Crossing The Bridge

Crossing the Bridge: The Sound of Istanbul
Regia: Fatih Akin
Genere: Documentario

Durata: 92 min.
Distribuzione in Italia: Fandango

Cast:
Orhan Gencebay, Baba Zula,
Orient Expression, Duman,
Selim Sesler, Alexander Hacke,
Replikas, Erkin Koray, Ceza,
Mercan Dede, Siyasiyabend,
Brenna MacCrimmon,
Müzeyyen Senar, Sezen Aksu ...
Nazione: Germania / Turchia
Anno: 2005

Uscita: 1 Settembre 2006


Alcune recensioni su Crossing the Bridge
Alla scoperta di Istanbul,
attraverso la musica, il ritmo, i suoi rumori.
Il vero protagonista è il suono della città che - fatto di musica, claxon, sirene, uccellini, voci - guida lo spettatore alla scoperta del battito del cuore di
Istanbul.
Francesca Felletti

Un film da vedere, un ritratto coinvolgente in cui memorie, passioni, ideali, energia, vitalità sono tutti da gustare e che mostra, come ha sottolineato un critico, che “la musica può essere e di fatto è ovunque, a cominciare dalla sonorità spontanea che tutto riempie di sé”. Si discute molto sia sul diritto di accesso o meno della Turchia in Europa, sia se civiltà diverse possano convivere senza distruggersi a vicenda ma anzi arricchendosi reciprocamente: con la sua visione di un mondo più aperto e tollerante, “Crossing the Bridge” mostra come l’equilibrio sia possibile. Che l’Oriente inizi in India e finisca a Istanbul, che l’Occidente inizi a Istanbul e finisca a Los Angeles è un’idea ricorrente... Lo stretto del Bosforo si ritiene sia stato creato dal diluvio universale: che unisca, invece di dividere, l’Asia dall’Europa?
Leo Pellegrini

L'alter-ego di Fatih Akin è Alexander Hacke, bassista degli Einsturzende Neubauten, che hanno lavorato col regista in Head on, e anche questa dichiarazione di poetica (politica), il gruppo che fa esplodere il rock industriale, contrappunto antagonista ai paesaggi di fabbrica e alienazione. La stessa potenza che è nelle sonorità contaminate, oriente/occidente, fuori dalla dicotomia.
Da Il Manifesto, 13 maggio 2005

Trailer:

23 Şubat 2009 Pazartesi

Kilink - Killing Turco

Kilink è un supereroe turco. Regista Yılmaz Atadeniz ispirato al fotoromanzo per adulti italiano "Killing" protagonista di alcune pellicole, tutte girate negli anni ‘60 (la maggior parte nel 1967).

Nel primo film della serie, "Kilink Istanbul'da" diretto da Yilmaz Atadeniz, il nostro eroe è a Istanbul alla ricerca di una formula che gli permetterà di dominare il mondo. Kilink uccide uno scienziato che dovrebbe possedere la formula, ne rapisce e tortura la figlia ma la formula rimane introvabile. Grazie a uno spirito sospettosamente somigliante a Shazam (il personaggio della Marvel che permette a Billy Batson di trasformarsi in Captain America), il figlio dello scienziato acquisisce il potere di trasformarsi in Superman per vendicare la morte del padre.

Seconda film Kilink Uçan Adama Karsi r
iprende il racconto delle diaboliche imprese del super criminale, dal momento in cui erano terminate nel precedente Kilink Istanbul'da. Adesso si scopre che Kilink è vivo, più che mai deciso ad attivare una colossale apparecchiatura, costruita dagli scienziati suoi prigionieri, che emette un raggio della morte capace di distruggere Istanbul e dimezzare intere montagne. Il mondo è nuovamente in pericolo, ma Uçan Adam, scoperta l'isola sulla quale il nemico ha costruito il suo quartier generale, parte al contrattacco.Titolo internazionale Killing Vs. the Flying Man.

La risposta del pubblico è, comunque, ancora una volta incoraggiante e la Atadeniz Film mette subito in cantiere la terza puntata: Kilink soy ve öldür.

Nel Terzo film Kilink Soy ve Öldür (1967) due bande rivali si combattono per mettere le mani su un prezioso microfilm contenente rivoluzionarie formule scientifiche. Kilink aspetta che una delle due gang abbia la meglio per
poi vendere al miglior offerente i propri servigi. E la battaglia si consuma tra atrocità di ogni genere, torture, sevizie, tradimenti e colpi di scena.
L
a trilogia di Kilink - Costruito come un poliziesco a sfondo spionistico, il racconto innesca l'ennesima, spericolata commistione di generi tanto cara al cinema turco: questa volta, la traccia è ricavata da Per un pugno di dollari, il celebre western di Sergio Leone a sua volta liberamente ispirato a Yojimbo di Akira Kurosawa. Titolo internazionale: Kilink Strip and Kill.

Hanno usato le musiche di James Bond You Only Live Twice, Deadly Mantis di William Lawa.

Per a causa dei diritti d'autore, il supereroe viene chiamato "Kilink" invece "Killing", " Kriminal" o " Diabolik" ...

Per i dvd dei 3 film
Kilink : Click qua

Tutti i film della serie Kilink:

Yılmaz Atadeniz:
Kilink Istanbul'da (1967)
Kilink uçan adama karsi (1967)
Kilink Soy ve Öldür (1967)

Kilink Caniler Krali (1967)

Yavuz Figenli
Kilink Oluler Konusmaz (1967)
Kiling Sarışın Tehlike

Altri film della serie Kilink:
Oksal Pekmezoğlu
Sihirbazlar Kralı Mandrake Kiling'in Peşinde

Nuri Akıncı
Kilink Frankestayn ve Dr no'ya karsi (1967)

Natuk Baytan
Saskin Hafiye Kilink'e karsi (1967)

Müjdat Saylav
Killing Kolsuz Kahraman'a Karsi (1975)

Çetin İnanç
Kilink Canilere Karşı (1967)

Birsen Kaya
Kilink Olum Saciyor (1971)

Aram Gülyüz
Dişi Kilink (1967)

I trailer:





Scritto: Utku Uluer
Resourse prese da: fantafilm.net , cinemino.kaywa.com, sinematik

21 Şubat 2009 Cumartesi

Cinema turco - I registi turchi: Ferzan Ozpetek

C'é un nome che ha grande importanza sia per il cinema italiano che per il nuovo cinema turco. Per questo motivo é meglio iniziare presentando proprio Ferzan Ozpetek. Ovviamente dobbiamo considerare Ferzan Ozpetek come un regista Italiano perché lui fa cinema Italiano pur avendo una grande influenza sulla nuova generazione di registi turchi e sul nuovo cinema turco. In questo blog cercheremo di dare esempi sia dal "vecchio cinema turco" (Yesilcam/Yeşilçam) che dal nuovo cinema turco (dopo anni 90).


Una realta turca nel Cinema Italiano

Ferzan Özpetek più spesso italianizzato in Ferzan Ozpetek (Istanbul, 3 febbraio 1959) è un regista e sceneggiatore cinematografico di origini turche che vive e lavora in Italia dalla fine degli anni '70. Egli si considera a tutti gli effetti un regista italiano.

Arrivato in Italia come studente universitario, studia Storia del Cinema a La Sapienza di Roma, completa la sua formazione frequentando corsi di Storia dell'Arte e del Costume all'Accademia Navona e corsi di regia all'Accademia d'Arte drammatica Silvio D'Amico. Riesce ad avvicinarsi al mondo del cinema ed inizia a collaborare come assistente ed aiuto regista di Massimo Troisi, Maurizio Ponzi, Ricky Tognazzi e Francesco Nuti.
Il suo debutto cinematografico come regista avviene nel 1997 con il film Il bagno turco (Hamam) che ottiene grande successo di critica e pubblico. Nel 1999 realizza Harem Suare che, come il suo primo film, parla del suo paese natale, la Turchia.
Negli anni seguenti gira Le fate ignoranti e La finestra di fronte, i suoi più grandi successi, che gli valgono molti premi e riconoscimenti.

Con la collaborazione, ormai costante, di Gianni Romoli e Tilde Corsi, realizza nel 2005 Cuore sacro.

Nel 2007 esce Saturno contro: il film si caratterizza per un cast molto ricco che comprende Pierfrancesco Favino e Isabella Ferrari, oltre a Margherita Buy e a Stefano Accorsi con i quali aveva già lavorato ne Le fate ignoranti.

È uno dei giurati nel Festival di Venezia 2007, in seguito gira uno spot per Airc, "Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro", con protagonista Isabella Ferrari, già tra i protagonisti di Saturno contro e, nel 2008, dell'adattamento cinematografico del romanzo di Melania Gaia Mazzucco "Un giorno perfetto", prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci in collaborazione con Rai Cinema e presentato in concorso a Venezia.

Dal 4 dicembre al 12 dicembre 2008 il MoMa di New York, dedica una retrospettiva al regista italo-turco, proiettando tutti i suoi sette film. È uno dei pochi registi italiani ad aver avuto questo onore.

E' uno dei pochi artisti internazionali presente (da Settembre 2008) sulla community Facebook con il suo profilo ufficiale da lui personalmente gestito.

I trailer di vari Film di Ferzan Ozpetek







Scritto e archiviato: Utku Uluer
risorsa: Wikipedia

15 Şubat 2009 Pazar

Le Locandine dei film Turchi - Vol.1



“Arrivano i Cinesi oppure la vendetta di Mamma lì Turchi”

Dopo una vacanza sulla costa dell'Egeo nel mese di agosto mi trovo a Torino con la nostalgia di quei posti meravigliosi.

L'ultimo film di Zeki Okten, conosciuto come il regista del Suru per il quale Yilmaz Guney scrisse la sceneggiatura, ha decisamente un taglio diverso. Il regista conosciuto con i film che contengono dei messaggi politici come il Re dei Lavoratori di Pulizia adesso dopo 3 anni di silenzio ci propone una produzione poco politica e abbastanza tragicomica.

In un piccolo paesino di Izmir, ovvero Smirne, dove tutti gli abitanti in prima persona o no mentre si concentrano sulla festa di liberazione all'improvviso arrivano alcuni imprenditori cinesi per trovare un posto dove possono piazzare un ipotetico centro commerciale. Gli abitanti scoprono il benefit nascosto dietro a questa realtà; la vendita dei campi. L' ubriacone del paese ed il proprietario tirchio dell'osteria sono quelli che hanno alta possibilità di guadagno.

Le prove di concerto programmato per la festa di liberazione vengono posticipate, il proprietario dell'osteria litiga con suo figlio e fratello e l' ubriacone del paese nonostante il suo modo non comunicativo comincia ad attirare l'attenzione delle ragazze del paese.

Insomma tutti i cittadini cercano di vendere le loro parti oppure avere dei rapporti stretti con quelli che promettono un futuro ricco. La banchiera del paese va a letto con il secondo figlio del proprietario dell'osteria e tutti i negozianti del paese mettono delle scritture in cinese sulle vetrine del negozio.

Nel film oltre il tema centrale grazie ad un testimone storico si tratta in maniera comica anche dell'intervento militare della Turchia nella guerra di Corea affianco gli Americani negli anni 50. Dopo di che una delle altre figure poco forti del film è il ragazzino che capita a lavorare nell'osteria del futuro ricco del paese. Dall'altro lato la presenza di una giovane coppia che scopa in mezzo i campi di agricoltura e l'idea di stare insieme senza matrimonio della ragazza secondo me fa un taglio abbastanza fuori campo e poco realistico.

Uno dei personaggi essenziali di una storia del genere è l'imprenditore del paese. Sebbene il resto del paese sia designato come un ceto medio basso egli possiede una fuori strada BMW. Anche se questo personaggio si vede per ben poco è evidente che ha un guadagno abbastanza alta quindi per un paese dove esistono i semplici impiegati statali e negozianti una presenza del genere è troppo fuori campo.

Come ultimo personaggio particolare abbiamo anche il ragazzo che cerca di portare avanti un canale televisivo con un operatore di telecamera e con la sua ragazza che si fissa sulla sua bellezza e sui soldi del ragazzo. Ma in tutto il film purtroppo non si capisce come il ragazzo riesca a portare avanti un canale televisivo in un paese del genere con solo un operatore, uno studio ed una conduttrice. Non riusciamo a vedere nessuna scena di testimonianza di una trasmissione televisiva di questo canale. Quindi anche questa figura rimane un po' scura. Soprattutto in un film in cui l'aspettativa di attirare la concentrazione dello spettatore su un piccolo paese e sull'investimento grande di un altro paese, la presenza di una realtà così costosa e grande come un canale televisivo credo che sia un po' contraddittoria.

Dal punto di vista tecnico direi che la presenza di un regista di esperienza è ovvio. Solo sulla scenografia si può parlare un po' cioè la limitazione di pochi posti e l'abbandono definitivo delle location iniziali del film senza un motivo crea un po' di confusione e domande interrogative. Come fanno la presenza dei personaggi sovra spiegati.

Dall'altro lato il punto migliore del film oltre la idea è la fine. Il giorno dopo la costruzione dei tribuni davanti al municipio l'inquadratura si chiude con le riprese di questi vuoti e così lo spettatore non sa se veramente arriveranno o no i Cinesi e così la concentrazione rimane sui cambiamenti dei rapporti tra i semplici abitanti di un paese grazie all'ipotetico arrivo del capitale globale soprattutto di quello che è di moda in questi ultimi anni.

Per chi interessasse del tema consiglierei anche il “Dondurmam Gaymak”. Un altro film che parla in una maniera tragicomica della percezione come pericolo dell'arrivo del capitale globale.


Murat Çınar